Se avessi a disposizione otto ore per abbattere un albero, ne passerei sei ad affilare l’ascia. Abramo Lincoln
Non sempre è facile staccare la spina e ricaricare le batterie soprattutto per chi ha magari diversi impegni tra vita privata e vita professionale o per chi ha un’attività in proprio; so per certo capitare anche a chi potrebbe di per sé organizzarsi come si deve ma, preso dal turbine della quotidianità e dalla mentalità occidentale, si fa travolgere dal “fare-fare-fare” e non si concede neppure un’ora per sé.
Molto spesso mi capita di dover esplorare con le clienti e coachee questo aspetto, cioè quello di andare all’origine di un condizionamento culturale e/o familiare che si nasconde dietro a chi non riesce a ritagliarsi del tempo per sé, per “affilare la propria ascia”.
Io alzo la mano! Alzo la mano perché sono stata anch’io campionessa di stacanovismo. Col tempo, dopo aver più volte non solo sfiorato il burnout, ma anche oltrepassato, ho imparato, proprio a mie spese, a ritagliarmi del tempo per me stessa. Ho capito l’origine dei meccanismi e degli autosabotaggi che si innescavano dentro di me e soprattutto perché erano così radicati.
Prendersi del tempo non vuol dire perdere tempo.
Non so tu come sei messa, ma, attraverso una storiella, vorrei farti capire perché è necessario ritagliarsi del tempo per se stessi, per ricaricare le batterie, quelle energie che non solo ci permettono di svolgere qualsiasi attività al meglio, ma anche di ridurre e semplificare i tempi di produttività.
“C’era una volta un robusto taglialegna in cerca di lavoro. Dopo aver girato alcune città trovò finalmente un impiego presso un importante commerciante di legno. Il taglialegna fu assunto con un’ottima paga e le eccellenti condizioni di lavoro lo portarono ad affrontare questo cambiamento con grande motivazione. Il primo giorno di lavoro il capo diede al nuovo taglialegna un’ascia e gli mostrò l’area del bosco dove avrebbe dovuto lavorare. Il taglialegna ringraziò ancora una volta il commerciante per il lavoro e senza perdere tempo s’incamminò nel bosco. A sera il taglialegna aveva abbattuto addirittura 18 alberi, un vero e proprio record. Il capo si congratulò sinceramente con lui e questa riconoscenza motivò ancor di più il taglialegna a fare del suo meglio l’indomani. Il secondo giorno il taglialegna lavorò con grande motivazione, impiegando tutte le sue energie per superare il numero di alberi abbattuti il giorno prima. Purtroppo qualcosa non andò come previsto. Al tramonto gli alberi abbattuti erano solamente 15. Fortunatamente il taglialegna non era per niente demoralizzato. “Solo un intoppo” pensò. Il terzo giorno si alzò un’ora prima in modo da avere a disposizione più tempo per abbattere quanti più alberi possibili. Nonostante la voglia, la motivazione e le energie spese, il numero di alberi calò a 10. Per quanta energia e grinta mettesse nel suo lavoro, giorno dopo giorno, il numero di alberi abbattuti continuò a calare inesorabilmente. Mortificato, il taglialegna sì presentò dal capo scusandosi per lo scarso rendimento a cui non riusciva a darsi spiegazione. Al che l’esperto commerciante di legno pose al taglialegna una semplice domanda: “Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”. Un poco imbarazzato il taglialegna rispose: “Signore, non ho avuto tempo per affilare la mia ascia, ero troppo impegnato a tagliare gli alberi”.
Affilare la nostra ascia, il nostro corpo e la nostra mente è un’attività che non possiamo delegare, ma è sicuramente un investimento per noi stessi, per la nostra abbondanza, successo e benessere in generale.
- Adesso che ne dici se oltre ai tuoi innumerevoli impegni e “doveri” fissassi a calendario quelle “benedette” pause che ti supporterebbero?
- E che ne dici se chiamassi anche quell’amica che non senti da tempo e organizzassi un’uscita con lei?
- E, visto che già ci sei, che ne pensi se prenotassi quel massaggio o quel trattamento che rimandi da tempo?
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