Questa serie prende come tema e soggetto di riferimento il frutto Kiwi, analizzato e poi rappresentato in modi diversi attraverso la Pietra di Vicenza.
L’origine del KIWI
Il kiwi è il frutto di una pianta rampicante decidua, sul tipo della vite, l’Actinidia chinensis, originaria della parte centro-meridionale della Cina, dove cresce arrampicandosi attorno ad alberi alti fino a 30 m e più. Il kiwi venne conosciuto scientificamente solo nell’800, quando un collezionista della Società Britannica Reale d’Orticultura ne spedì in patria alcuni frutti e semi. Nel 1906 la pianta venne introdotta in Nuova Zelanda, che è attualmente il maggior paese produttore di kiwi. I neozelandesi iniziarono la coltivazione del kiwi ornamentale da giardino quando alcuni missionari ritornando in patria dalla Cina, ne portarono delle piantine rampicanti soprannominate “Uva Spina Cinese”.
Più tardi, negli anni cinquanta, lo studioso Wright, dopo lunghi e ripetuti studi sperimentali, ne riuscì ad ottenere la prima varietà commerciale. I Neozelandesi, così orgogliosi del loro nuovo “frutto”, nel ’59 lo battezzarono con il nome dell’uccello simbolo nazionale: il kiwi.
La pianta è arrivata nella penisola italiana negli anni ’70. L’albero esiste sia femminile che maschile: il primo produce fiori e frutti, mentre il secondo solo fiori che servono per impollinare.
Il frutto piccolo e sferico ha una buccia di colore marrone-verdastro coperta di lanugine, che ricorda vagamente il piumaggio del kiwi, il curioso uccello; la polpa è di colore verde smeraldo trasparente, e ha un gusto rinfrescante.
Significato simbolico del Kiwi

Genericamente la frutta, simboleggia la fecondità, l’abbondanza, e per estensione, il periodo fertile dell’esistenza, la maturità, le soddisfazioni raccolte dopo un lungo lavoro (“il frutto dei propri sforzi”).
La forma del frutto ha forti richiami al mondo femminile e maschile: quelli tondeggianti ricordano il grembo ed il seno, quelli allungati alla virilità maschile.
La scelta del frutto
La mia ricerca artistica trae ispirazione dalla natura e fiori e piante, da sempre attraggono la mia attenzione.
Per questo lavoro ho scelto l’elemento kiwi per svariati motivi, uno dei quali è che da piccola possedevo una pianta o più esattamente possiedo tre piante femmine ed una pianta maschio, in quanto per far avvenire la riproduzione le proporzioni sono di 3:1, per tre piante femmine c’è bisogno di una pianta maschio: soltanto in questo modo le piante di kiwi si sviluppano e fruttificano.
Questa caratteristica attirò la mia attenzione, ed iniziai a osservare più attentamente il frutto prodotto dalle piante. Iniziai a disegnare il kiwi e molti suoi particolari; oltre alla forma tondeggiante, i semini all’interno di ogni kiwi erano per me fonte di gioia, tanto che mi sono affrettata, oltre che a disegnarli, ad estrarli e contarli.
L’intero frutto mi piacque e, nel lontano 2009, dovendo preparare un lavoro in marmo (durante un corso in accademia), pensai che questo soggetto poteva prestarsi bene col nuovo materiale, diverso dalla sua natura.

Non mi è mai piaciuto eseguire solo figurativamente le cose, ho sempre voluto trovarne il senso o la funzione. Ho sempre voluto che i miei lavori non fossero solamente “carini”, ma che trasmettesero qualcosa, inducendo domande, rispondendo a dei quesiti, facendo riflettere su cose per me serie: l’idea dell’interno dell’esterno, del vuoto e pieno, del minuscolo in relazione al grande, il duro con il molle, il peso con la leggerezza, il trascorrere del tempo, l’elencare, il numerare. Dare nome e quindi senso ad ogni cosa.
Una volta mi capitò di ascoltare la frase: “si danno nomi a tutto ciò che fa paura”. Questo fissare un nome, una parola, una lettera o un numero permette di collocare le cose, di darle un senso, di ordinarle in questo caos che è la vita.
Io faccio questo: prendo un oggetto, e come un bambino lo smonto per conoscerlo meglio, per esserne padrona, o forse solamente per capirlo.
Così ho fatto con il kiwi e, poi, con il marmo (o meglio con la pietra di vicenza, materiale più morbido rispetto al marmo), cercando di capirne parte della loro natura.
Ho eseguito sette lavori, che ho chiamato modelli #, alcuni sono senza titolo, altri hanno un sottotitolo od un titolo che è la descrizione del lavoro. Attraverso questi manufatti ho cercato di parlare più in profondità del kiwi o della struttura o della vita in generale aiutandomi anche attraverso strumenti matematici.
Edizioni uniche
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